E’ lungo il processo di produzione, raccolta e lavorazione del chicco. Cerchiamo di spiegarvene almeno una parte.
Cosa succede dopo la raccolta del caffè è quindi solo parte di quella serie di operazioni che ci permettono di gustare, alla fine di tutto, la nostra amata tazzulella.
Il chicco è custodito dentro dei baccelli, tipo piccole nespole, di color rosso quando giungono a maturazione. La loro raccolta, secondo il metodo picking è fatta manualmente e in maniera selettiva. Cioè non viene raccolta tutto dalla pianta, ma solo i baccelli maturi.
Secondo il metodo stripping, invece, viene raccolta con apparecchiature meccaniche che scuotono l’albero e quindi in questo caso vengono giù anche i bacelli più acerbi. Va da se ovviamente, che il picking assicura la migliore qualità del prodotto.
Dopo la raccolta e una prepulizia, entro poche ore dalla caduta dall’albero e riposato all’ombra, il caffè va al sito di lavorazione.
Vengono tirati fuori i chicchi che poi vengono lavati e selezionati e messi ad asciugare all’aria aperta. Continuamente girati con apposite ramazze per fargli asciugare sull’intera superfice. Si essiccano quindi al sole. Tanto più è accurata la lavorazione tanto migliore sarà la qualità del chicco che arriva alla fine in ogni torrefazione.
Per fare questo occorrono circa 10, 20 giorni. Dopodichè il chicco viene stoccato in silos dove riposerà per circa un mesetto.
Alla fine del suo riposo, lo attendo teli e sacchi di iuta per raggiungere le azienda di produzione di caffè tostato. Come la nostra per esser chiari.
Poi ogni torrefattore deciderà in che modo tostarlo e con quali altri chicchi abbinarlo per ottenere le proprie miscele che vanno poi sul mercato.
Speriamo vi abbia fatto piacere leggere quest’articolo su Cosa succede dopo la raccolta del caffè.
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