Caldo, carico e comodo: così si deve bere a Napoli la più classica “tazzulella ‘e café”. Lo impone la tradizione.
Il miglior caffè a Napoli si beve con le tre C quindi, ma attenzione. Per noi c’è la quarta. E vi spieghiamo perchè l’aggiunta.
C’è una storiella che nasce da una scritta che riproduce una famosa e ricorrente frase in dialetto: “comme caxxo coce”. Pare sia stata riferita dai musicisti del Conservatorio di musica e pennellata sulle mura dietro l’istituto musicale in pieno Centro Storico di Napoli.
Questo per immortalare nel tempo la prassi di assaporare un caffè bello caldo caldo mentre si chiacchiera del più e del meno, rilassati dopo le ore di studio.
Dunque, il caffè espresso al bar va certamente bevuto bollente, anzi cocente e seduti comodamente al tavolino in pieno relax, possibilmente in compagnia. Quest’ultima, quella della compagnia, sarebbe addirittura una quarta C.
Ed è per questo che la regola delle tre C, in verità, andrebbe per noi modificata in Quattro C. Il caffè al bar va infatti Cocente, Carico, Comodo e in Compagnia. Ma è proprio così – dice la tradizione napoletana – che la tazzulella riesce a trasmettere quella carica in più per affrontare il prosieguo della giornata.
E vediamo nei dettagli quanto deve essere bollente l’espresso.
Il caffè esce dalla macchina da bar a una temperatura di circa 90 gradi. Ma nella tazzina dovrebbe subito scendere a 70 gradi circa. Un livello di calore che consente alla tisana più conosciuta al mondo di sprigionare in modo completo tutti i suoi aromi.
Anche la tazzina, in molti bar, è spesso tanto cocente che bisogna fare attenzione a poggiare le labbra con delicatezza per non ustionarsi. Il calore della bevanda è dunque l’elemento fondamentale tra le quattro C per assaporare un caffè che dia effettivamente la carica di energia in più.
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